“I rugginosi seguitano a macinare un convincente rock di matrice americana in cui le consuete coloriture westcoastiane vengono ora scalfite con gusto da stuzzicanti intuizioni pop e funk (…) Un approccio viscerale e appassionato (4,5 stelle)”

(Il Mucchio)


“Un gusto rocknrollistico raro alle nostre latitudini (...) una performance che è la più bella sintesi di rock californiano e dintorni ascoltata da un po’ di tempo a questa parte (...) La ruggine non dorme mai, diceva il Maestro, e i Rusties non mollano di un centimetro: se il rock resiste oggi in Italia è anche grazie a loro” (Buscadero)


“Rockers italiani, ascoltate e imparate come si fa!” (Io Donna/Il Corriere della Sera)


Figli più del folk americano che della canzone italiana, sono capaci di riportare l’attenzione sulla musica vera, senza artifici” (L’Unità)


“I Rusties sono autentici rockers innamorati di una musica fuori dal tempo e dalle mode (…) Il cuore e il vigore di una passione devastante dove l’istinto prevale sulla ragione” (Suono)


“Nati come cover band di Neil Young e spesso in giro per l’Europa, fanno il grande passo con brani autografi. Il sound è simile ma arricchito anche da ospiti di grido (Cristina Donà), buona vena compositiva e cura degli impasti vocali”

(D-La Repubblica delle Donne)


Move Along e Wild Dogs sono i dischi più affascinanti in stile americana mai prodotti da un gruppo italiano” (Ibs.it)


Verrebbe quasi da pensare di avere messo le mani sulla ristampa di un gioiellino di West Coast psichedelica fine Sessanta, primi Settanta. Invece sono i Rusties (…) capaci di reinventare un suono fluido, luminoso e organico in una sequenza di motivi ipnoticamente insinuanti e ariosi ritornelli, in bell’equilibrio tra ricamo acustico e liberatoria svisata elettrica, cori celestiali e riff autenticamente rock” (Rock On Line)


“Belle canzoni, prima di tutto, ballate che sanno di Rock con la R maiuscola, che raccontano storie ed esprimono emozioni senza tempo, età e passaporto. E anche carisma e rispettabilità sufficienti a coinvolgere altri artisti in un progetto che ha tutta la dignità, la sincerità e la sicurezza dell’opera pienamente matura (7/10)” (Rockerilla)


“Creatori di un rock senza tempo, i rugginosi propongono dieci canzoni nel solco della tradizione del rock rurale degli States” (Chitarre)


“Un quintetto che scrive genuini brani originali e li interpreta con passione (7/10)” (Blow Up)


“Vera e propria perla di scrittura musicale e lirica, dove i testi (in inglese) si accompagnano a sonorità che sicuramente pescano nel sottobosco del repertorio folk rock sia acustico che elettrico” (Amadeus)


“I Rusties hanno una lunga strada alle spalle ma anche un ampio orizzonte davanti e un’incrollabile volontà di esplorarlo”

(La Repubblica)


“Una band che ha trasformato in arte il culto per Neil Young” (Il Giornale)


“Un disco ambizioso che ne conferma la caratura internazionale, ampliando lo spettro compositivo del loro rock ruvido e primordiale con l’innesto di ballate raffinate e soprattutto con arrangiamenti più articolati” (Jam)


“Rieccoli i rugginosi, la più duttile e possente rock band della Penisola (...) le braci che attizzano il fuoco rock vengono da molti legni diversi, con pennellate latine, richiami al Boss, divagazioni stranite in odore Grateful Dead. Entusiasmanti”

(Alias/Il Manifesto)


È bello ascoltare rock allo stato puro, diretto, senza alchimie. I Rusties sono così: autentica adrenalina (…) trasudano amore per la musica che suonano, fanno bene al cuore” (Guitar Club)


“Un piccolo classico tra la west coast californiana e gli Steely Dan che riascolteremo molto volentieri anche tra decenni”

(Radio Popolare)



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